Un fiore chiamato donna

Un fiore chiamato donna

8 marzo, serata al Circolo nel segno della salute della donna. Tre i relatori, tutti impegnati nell’ambito della senologia, i dottori Luigi Cremone, Annamaria Cascone, Maria Lamberti. L’argomento dell’incontro “Difendi il tuo seno: una donna informata è una donna in salute”.

Riceve gli ospiti Gianni Ricco, gastroenterologo e endoscopista, direttore sanitario dell’Ospedale Privato Villa del Sole di Salerno.

Quattro medici parlano a una platea di donne, e non solo, in termini scientifici, esatti, ma col cuore in mano. Cremone, Cascone e Lamberti fanno parte di una Breast Unit, una unità operativa multidisciplinare oncologica della mammella.

“Cremone è la senologia a Salerno”. Così lo presenta il dottore Ricco. Per anni il dottor Cremone è stato a capo della Breast Unit dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, per poi passare a dirigere la Breast Unit della Villa Malzoni di Avellino e della Villa del Sole a Salerno, case di cura private facenti parte del gruppo Neuromed.

Nella Breast Unit del San Giovanni di Dio, dal 2008, anno di nascita dell’unità, lavorano le dottoresse Cascone e Lamberti.

Cascone è anatomo-patologa. Che fa l’anatomo patologo? si chiede Luigi Cremone, a favore del pubblico. L’anatomo patologo localizza la malattia nel seno femminile, ne valuta le dimensioni, la pericolosità e circoscrive l’intervento che il chirurgo dovrà effettuare. L’anatomo patologo è componente fondamentale della Breast Unit, come il senologo, il chirurgo, l’oncologo. “Ogni seno è diverso”, dice la dottoressa Cascone, insignita nel 2017 del premio Laudato Medico intitolato a Luigi Veronesi.

La dottoressa Lamberti, chirurgo senologo, con alta specializzazione in chirurgia radioguidata dei tumori della mammella, parla di empatia nel rapporto con le pazienti. E di prevenzione. Quella primaria: niente alcool, niente fumo, niente grassi. Indicazioni spesso trascurate. E la prevenzione secondaria: mammografia ed ecografia: ”La diagnosi precoce salva la vita. Il tumore si sviluppa da una cellula. Se è piccolo si è salve”. Ma ancora oggi sono tante le donne che non si sottopongono a controlli periodici.

Anche lo screening è insufficiente. In Italia parte dai cinquant’anni. “Ma noi operiamo ragazze di venti”, sottolinea Cremone. E indica le sue più giovani colleghe come esempio di medici che guardano il paziente, non la sua tasca. La chiusura è del padrone di casa, dottore Ricco: “Oggi puntiamo all’ospedale diffuso, alla medicina di genere, alla medicina personalizzata, ambiti su cui opera il gruppo Neuromed”. E ringrazia Emilia Smeraldo, socia del Circolo con delega agli eventi, per l’organizzazione della iniziativa.

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